Il Viaggio

"Da San Lorenzo al Passo di Campolongo"

Ambiente

Da S. Lorenzo di Sebato, nei cui dintorni affiorano, fra le alluvioni ciottolose terrazzate, le filladi quarzifere facenti parte del complesso metamorfico che caratterizza l'ampia conca di Brunico, si sale, per una stretta valle, i cui ripidi fianchi sono sempre costituiti dalle franose filladi quarzifere, fino a Longega dove è posto il bivio tra la Val Badia e quella di Marebbe. Di qui la strada corre ancora incassata nel grigiore dei terreni metamorfici fin quasi a S. Vigilio (che sorge su di un ampioconoide di deiezione) da dove la valle si apre sui cromatici scenari delle masse dolomitiche triassiche.

Una strada, non sempre percorribile, specialmente dopo Pederù, arriva fino al Rifugio Fanes posto sui calcari giuresi che costituiscono la parte alta dell'Alpe di Fanes Piccola e dell'Alpe di Fanes Grande.

Proseguendo oltre Longega per la Val Badia si incontrano ancora le argentee filladi quarzifere che incombono nella strada fino alla spianata alluvionale sulla quale sorgono Piccolino e S. Martino. Da quest'ultimo paese si possono fare due belle ed interessanti deviazioni; infatti una nuova strada, attraversando i terreni del Permiano superiore e del Permiano inferiore porta ai Bagni di Antermoia; mentre un'altra, meno agevole, ma in via di completa sistemazione, lunga circa otto chilometri, conduce nell'amena, graziosissima conca di Longiarù (che deriva da "lungo il rivo": paesino formato da diverse frazioni delle quali la principale è Villa) posta fra dolci pendii costituiti da terreni permo-verfeniani, dominata, a sud, dalla dolomitica mole dell'Antersass e circondata da bellissimi boschi di abeti e di larici alternati a vaste zone prative.

Ripresa la provinciale della Val Badia si incontrano subito le rosso-violacee Arenarie di Val Gardena che stanno alla base della serie sedimentaria soprastante le rocce metamorfiche; seguono i Calcari a Bellerophon, i cui piccoli, caratteristici gasteropodi si possono raccogliere in gran quantità nell'affioramento (facilmente raggiungibile dalla strada per mezzo del ponticello posto davanti a Preromang) che si trova proprio alla confluenza del Rio di Longiarù nel Torrente Gadera.

Si giunge quindi, sempre salendo nella serie, fino a Pederoa, dove c'è il bivio per la bella località di La Valle, che sorge su quella formazione calcareo-marnosa ed arenacea, contenente un'alta percentuale di materiali vulcanoclastici e presentante una ricca fauna caratterizzata dalla assoluta prevalenza delle varie specie di Daonella, nota col nome appunto di Strati di La Valle.

Da Pedeora, a causa di importanti disturbi tettonici, si ritorna ad incontrare i termini bassi della serie sedimentaria e precisamente il Wlerfeniano che, con le sue varie facies, affiora per lungo tratto. Si attraversa quindi nuovamente tutta la serie (percorrendo la strada che sale nella valle la quale si mantiene sempre assai stretta) fino a trovare nuovamente gli Strati di La Valle nei dintorni di Pedraces dove, quasi d'incanto, la valle si apre dando luogo alla splendida conca dominata dalle possenti, cromatiche moli dolomitiche della Croda di S. Croce e della Gardenazza.

Da La Villa si gira verso S. Cassiano dove affiora una formazione, costituita da un'alternanza di calcari argillosi e marne, ricchissima di fossili e caratterizzata da una fauna nana ad Echinodermi e Molluschi in ottimo stato di conservazione, che fa appunto parte degli Strati di S. Cassiano che, assieme con gli Strati di La Valle, costituiscono i dolci declivi di questa amena conca.

Proseguendo per la splendida Val- parola, dopo aver attraversato vaste zone alluvionali e detritiche, si giunge al Passo di Falzarego contornato dalle dolomie ladino-carniche, ricche di resti di coralli e diplopore, formanti i Lagazuoi ed il Monte Averau.

Ritornati a La Villa si va verso la conca, in gran parte coperta da morene, dove sorge Corvara e sulla quale incombe l'ardita, elegante sagoma del Sassòngher le cui dolomie sanno tingersi dei più suggestivi colori.

Da Corvara al Passo di Campolongo, la strada, che attraversa la serie calcareomarnosa arenacea alternata ai prodotti vulcanoclastici, offre, poco prima di giungere al Passo, un fantastico scorcio della Marmolada col suo candido ghiacciaio. Ridiscesi a Corvara si prende la strada verso il Passo di Gardena la quale corre quasi costantemente su depositi morenici, che, verso l'alto, coprono gli Strati di La Valle; bellissima è la vista che si ha, nel salire, della parte settentrionale del Gruppo di Sella con la caratteristica Val de Mesdì.